Ruderi del Castello dei Ventimiglia
Il Castello dei Ventimiglia si ergeva sopra una massiccia roccia basaltica.
La costruzione fu ritenuta la prima difesa occidentale della vasta Contea. La località è privilegiata per la sua posizione topografica inaccessibile. Infatti, dai lati Nord-Est e Sud, il maniero era difeso dalla natura, e nei punti in cui la roccia presentava qualche debolezza strategica, si venne a rimediare con alcune opere murarie, al fine di rendere inespugnabile la “Rocca”.
Dal lato Ovest, un sentiero declinava fino a giungere sulla spianata dinanzi al ponte levatoio, che una volta tirato lasciava aperto il baratro del fossato.
Dal punto di vista tecnico-militare la fortezza di Geraci si imponeva per la poderosa struttura e resistenza che la rendeva inattaccabile.
All’interno gli ambienti avevano una distribuzione ed una collocazione militaresca, priva di lusso. Ospitava molte guarnigioni ed era preparata a resistere a lunghi assalti.
L’area a pianta irregolare seguiva le ineguaglianze della roccia. I servizi si disimpegnavano nel sottosuolo ove erano conservate le provviste alimentari, le cisterne di riserva dell’acqua e le prigioni. Al pianterreno c’erano le scuderie, le cucine, le sale delle armi, i forni, i locali per i Vassalli e armigeri e le feritoie sui muri per i tiratori. Il piano sovrastante era adibito a residenza della famiglia del Conte, sede dei servizi amministrativi, dei Consigli di coordinamento e dei piani logistici. La merlatura coronava l’edificio. L’unico punto vulnerabile era costituito dal lato del fossato.
Nella corte c’era una porticina dalla quale si giungeva per un corridoio segreto sul fossato, risalito il quale si arrivava sulla spianata del Castello; un altro sotterraneo conduceva alla Chiesa di S. Bartolomeo fuori le mura, seguendo i capricci della roccia. In fondo si trovava una cisterna d’acqua.
E’ molto probabile che sia stato costruito dai greco-bizantini; ne presero possesso poi i Normanni che lo trasformarono ai bisogni della guerra.
Con gli Aragonesi e i Ventimiglia divenne una vera e propria fortezza militare. È di quel periodo anche la chiusura del perimetro urbano con delle grandi porte: Porticella Superiore, Porticella Mediana, Porticella Inferiore, Porta Baciamano, Porta Santa Maria.
Del Castello oggi rimangono solo pochi ma significativi ruderi. Impera sulle rovine, integra, solo la Chiesa di S. Anna, dov’era conservata la reliquia della madre della Vergine (il teschio), successivamente trasferita a Castelbuono.